Si narra che il terzo giorno dalla sua morte in croce Gesù risorse lasciando il sepolcro vuoto e apparendo inizialmente ad alcune discepole e quindi anche ad altri apostoli e discepoli.

Sulla croce l’ego è morto.
Il sé individuale è stato inchiodato
al silenzio profondo
e lì si è dissolto….
ora cosa rimane?
Cosa torna a vivere dopo aver realizzato l’inesistenza
di un sé individuale? e chi realizza questo?

La maggior parte delle storie spirituali dei grandi esseri
affermano che la dipartita del risvegliato
rappresenta la totale immersione nel Sé.
Il libero lascia le spoglie mortali e si immerge totalmente
nella consapevolezza onnipervadente
liberandosi definitivamente dal ciclo di morte e rinascita…
dalla mortalità accede all’immortalità.

La storia di Gesù è l’esatto contrario.
L’insegnamento di Gesù è la sua vita.
Gesù lascia il corpo,
ma per tornare in quanto presenza benevola.
Gesù insegna la discesa dello spirito sulla terra,
l’eternità si fa tempo, pur tuttavia rimane eternità.
Siamo tutti esseri eterni, ed eterno significa non nato.
Eterna è la consapevolezza pura di cui è fatta ogni cosa.

L’eternità discende nel reame della forma.
Gesù è morto sulla croce ma risorge come Cristo,
e torna sulla terra ad apportare amore.

Lo stato della resurrezione è profonda accettazione,
profonda intimità con ogni cosa, con ogni essere.

Dopo il risveglio
ciò che risorge dalle ceneri del sé individuale
è una presenza benevola nel mondo.
I risvegliati sono la nostra grande grazia,
immensa benedizione e sconfinata fortuna.
Essi sono nel mondo, ma non del mondo.

Che sia una Pasqua di pace, amore e bene per ogni creatura.