Il risveglio è un ri-orientamento.
Lo stato risvegliato è sempre presente, è la nostra
vera e permanente natura.
Ciò che falsifica il gioco e nega l’esperienza cosciente
dello stato risvegliato è il deviare la soggettività su un concetto,
su ciò che è irreale.
Questo concetto è un ‘apparente’ oggetto mentale
che ‘svolazza’ nella consapevolezza.
Ed è questo oggetto chiamato anche ‘sé individuale’, il ‘me’,
che appare essere il soggetto, il Sé.

Fino a che questa fantasia non sarà smascherata, e lo potrà essere solo se verrà esposta, il soggetto, la verità di ciò che siamo,
apparirà imprigionato, e non potremmo mai sperimentarlo
così come è nella realtà.

Quando il gioco è svelato e quindi ‘compreso’
dobbiamo portare questa ‘comprensione’ nella pratica,
non con il semplice capire, bensì sperimentando
direttamente la nostra realtà.

Rari sono gli esseri che hanno avuto la ‘comprensione’
assieme all’esperienza diretta della realtà.
Per la maggior parte di noi la pratica è un preludio necessario
per sperimentare coscientemente la nostra realtà.

È fondamentale capire che non c’è nulla da acquisire,
c’è semplicemente da evidenziare un errore.
Acquisire implica un ‘fare’ e rafforza il fasullo ‘Io’
che, invece, cerchiamo di dissolvere.

Ed è a questo scopo che un ri-orientamento è ciò che si necessita: l’abbandono dell’identificazione con l’inesistente ‘me’,
un abbandono che ci lascia completamente
smascherati e risvegliati alla nostra natura eterna.

Cercare di convincerci che non esistiamo come entità individuali
è come cercare di convincere l’occhio a credere
che ciò che vede non c’è.

In verità, non solo non esistiamo come entità, ma anche nell’intero cosmo non c’è nessuna entità, né mai c’è stata e né mai potrà esserci.

Cercare di capire tutto questo è impossibile.
Solo in una mente integra, matura può rivelarsi questa conoscenza
in quanto diretta cognizione e, una volta realizzata, diventa ovvia.

È questo il ri-orientamento.

E solo l’ ‘Io Totale’ rimane.

Hari Om
Neeraja