La sofferenza che proviamo è sostenuta da idee e conclusioni in conflitto con ciò che la vita ci presenta.
Infiniti ragionamenti ed elucubrazioni su ciò che è stato, ciò che è, e ciò che potrebbe un giorno essere.
Interminabili convinzioni trattenute che ci inducono a pensare:
‘sì è giusto soffrire’.

Preferiamo rimanere ‘sospesi tra le nuvole’ in uno stato di puro sonnambulismo piuttosto che osservare a fondo tutte queste modalità.
La meditazione rischiara la visione.
Ci permette di realizzare quanto, questi modi di pensare, siano fuorvianti e falsi.
Poi sta a noi voler ‘sentire’ quel delicato e vittorioso sollievo quando finalmente li lasciamo andare.
 

 

Neeraja